Tutto quello che dicevo non avrei mai fatto da mamma, le convinzioni da gravidAnsia. Tutto quello che poi ho fatto.

 

Le Convinzioni da gravidAnsia sono quelle idee, quelle convinzioni che arrivano proprio quando comincia il percorso dell’attesa, proprio quando scopri di essere incinta e cominci a pensare a come sarà dopo.
Quando cominci a chiederti come sarai tu, cosa farai e cosa non farai una volta diventata mamma.

In realtà la fase delle convinzioni da gravidAnsia comincia molto prima, prima ancora di pensare di diventare mamma.
Le Convinzioni da gravidAnsia , nella vita di una donna, spesso arrivano già in quel momento in cui non sei ancora mamma, anzi probabilmente ancora non ci pensi lontanamente.

Mi riferisco a quel momento in cui amiche, sorelle o cugine cominciano ad avere figli.
Ed ecco che, magicamente, è allora che ti scattano dei pensieri in merito alla maternità, quelle che definisco convinzioni da gravidAnsia.

 

“Eh no! Io non farò così con mio figlio”

 

Tutto quello che dicevo non avrei mai fatto una volta diventata mamma, tutte quelle convinzioni, si sono man mano sgretolate scontrandosi con la realtà, con la stanchezza o con le notti insonni, con le urla dei bambini, con le mie preoccupazioni.

Tutto quello che davo per certo, di certo non aveva nulla, e aggiungerei per fortuna!

Solo adesso mi rendo conto di quanto siano lontane le aspettative dalla realtà, le convinzioni o presunte tali, che rotolano via quando poi diventi mamma, quando sei tu al posto degli altri, quando sei tu a doverti giostrare nella nuova quotidianità.

Sia ben chiaro, tutto quello che dicevo non avrei mai fatto, tutto quello che le donne che non hanno ancora figli dicono non faranno mai, tutte queste convinzioni da gravidAnsia non sono giudizi o critiche.


Semplicemente, in quel momento,
ti trovi a guardare un quadro dall’esterno e vivere le cose dal di fuori non è mai come esserci dentro!

In quel momento pensi di conoscerti, pensi di poter essere padrona degli eventi e di poter gestire anche la maternità con una certa dose di razionalità.

O forse solo per ingenuità, e forse anche perché in quel momento sei sicura di te e diciamolo, forse è un po’ la presunzione del “Dai ma in fondo che sarà mai?”.

Si, in fondo che sarà mai?!

Ed ora tu ci sei dentro e probabilmente quella tua amica che non ha ancora figli, o quella cugina più piccola all’università, pensano quello che qualche anno fa pensavi anche tu!

 

Dormire nel proprio letto

 

Con il primo figlio, questo proposito è durato ben 9 mesi! Brava vero?

Effettivamente era tanta la paura di schiacciarlo facendolo dormire nel letto con noi: era talmente piccolo!

Inoltre i primi mesi il pericolo di SIDS è un pericolo reale, e fra le varie raccomandazioni:

è bene sapere che la condivisione del letto dei genitori (bed sharing) è da evitare

Uno scricciolo che fortunatamente dormiva e anche tanto!
Poi è arrivata la prima febbre alta, che ha portato anche tanta ansia e preoccupazione e una dose triplicata di coccole…

E alla fine dal lettone non ci siamo più spostati, abbiamo dormito stretti stretti fino quasi ai 3 anni!

A parte la paura SIDS, c’era anche un discorso del tipo:

“Dobbiamo preservare la nostra intimità” oppure “Questo vizio è difficile da togliere”.

Ma oggi posso dire quale vizio?Quale paura di perdere l’intimità!?

Di calci ne abbiamo presi, il Dad relegato a dormire in un angolino del letto,
Batlore che si rotolava come una cotoletta su di noi,
La Baby
che ci spiaccica di continuo i suoi piedini sul viso.

Sono momenti unici, ed ora sono felice di aver dimenticato velocemente queste convinzioni, sono felice degli abbracci, di quei momenti unici che un giorno mi mancheranno.

 

Con la seconda poi cosa ve lo dico a fare? Tetta dipendente!
Per i primi mesi con la culla da co-sleeping è stato abbastanza facile, perché riuscivo a tenerla vicino a me e ad allattarla pur mettendola poi a dormire nel suo lettino.
Adesso che ha 16 mesi il problema non si pone: tanto non dorme!

 

Mangiare senza guardare i cartoni

 

Alcune, a questo punto saranno già scandalizzate, altre invece si staranno chiedendo cosa c’è di male se i bambini mangiano guardando i cartoni in TV?

Effettivamente niente!

Lo confesso ero una di quelle che disdegnava l’idea del “faccio tutto purché mangino”.

Si consiglia sempre di farli mangiare concentrandosi solo sul cibo in modo tale da dargli modo di capire quello che stanno facendo per sviluppare un buon rapporto con il cibo.

Ehm e niente! Oggi spesso si cena con i cartoni!

Il momento dei pasti, soprattutto con due figli, è un momento di festa e confusione: “Mamma prendi quello, mamma è caduto quello”!

Per tutte le volte che mi alzo, cercando, tra una cosa e l’altra, di mangiare un po’ anch’io, potrei partecipare alla maratona di New York.
E quindi spesso ringrazio proprio i cartoni, (che a dire il vero adoro anch’io) per quei dieci minuti di calma apparente, per poter consumare il mio pasto senza correre, per poter discorrere con il Dad raccontandoci le nostre giornate.

 

Calmarsi senza il ciuccio:

 

Spesso sentiamo dire alle neo-mamme che il ciuccio è il demonio, che ci sono tanti altri modi per calmare i neonati, che rovina i denti (cosa ormai sfatata se dato non oltre una certa età), che può interferire con l’allattamento (ed è vero), che toglierlo sarà un’impresa e poi chissà cos’altro!

Molte di queste cose potrebbero accadere, lo so, e consapevolmente,
ho deciso di ricorrervi lo stesso. Perché?

Per me è stato semplicemente un supporto in più alle coccole, fatte comunque,
al calmare i pianti disperati dei miei cuccioli, al concedermi attimi di tregua da poppate infinite!
Con la piccola ho aspettato di avviare l’allattamento, e dopo quasi due mesi, provando innumerevoli marche, alla fine ne ha scelto uno, ed io ho respirato.
Anche se, detto fra noi, quando vuole la tetta non c’è ciuccio che regga.
Con il primo invece temevo il momento in cui avrei dovuto toglierlo.

E poi per magia è arrivata la fata dei ciucci, e dopo pianti infiniti ci ha aiutato a crescere.

 

Allattare fino all’anno

 

Sono a 16 mesi e per ora non se ne parla di interrompere! Come raccontavo qui
La strada è ancora lunga e non ben definita.

 

Cellulare al ristorante

 

Quante di voi durante una cenetta romantica o durante una serata trascorsa con un’allegra comitiva di amici, nel vedere questi bimbi al ristorante giocare con il cellulare di mamma e papà, hanno strabuzzato gli occhi?

Quante occhiatacce avete mandato a quei genitori?

Ebbene si, l’ho fatto anch’io.
Pensavo fosse una cosa triste, pensavo “Povero bimbo” e pensavo al solito, “Io non lo farò”.

Fatto anche questo.

Ma non consideravo che:
A – Altro che povero bimbo,
per lui è il momento più bello della giornata, visto che a casa l’uso di cellulari o tablet,
se previsto, è scandito da orari ben definiti.
B – I bambini non stanno fermi, si annoiano e soprattutto non hanno le nostre esigenze,
ma le loro.

Quindi a volte per unirle alle nostre, per trascorrere del tempo fuori casa con gli amici, per mangiare una pizza, ben venga un po’ di aiuto.

Mi rendo conto che l’elenco potrebbe essere molto più lungo, mi rendo conto che bisogna vivere le cose prima di farsi un’ idea realistica,

 

Quando sei in attesa, accarezzando il pancione visualizzi come sarà, come sarà il tuo piccolo e come credi sarai tu, crei le tue convinzioni da gravidAnsia, i tuoi “Io farò, io sarò, io dirò…”

Poi le cose arrivano veloci come un treno e a volte vanno diversamente da quello che ti aspettavi, nel bene e nel male, e così accade che anche tu ti scopri diversa, meno perfetta di quello che avresti voluto meno razionale di quanto avresti desiderato.

E allora capisci, non conta la perfezione, non contano le convinzioni, conta l’essere imperfettamente Mamma. Fuori di Mamma, fuori da te…
Buona Scoperta a tutte!