Avventura semi seria dell’inserimento alla scuola materna
Molte volte i bambini ci sorprendono, molte volte ci scopriamo noi mamme impreparate ad affrontare la loro crescita. Il passaggio dall’asilo nido o da casa alla scuola materna, segna un passaggio di crescita, un po’ come un uccellino che lascia il nido per la prima volta.
Cosa succede ai bambini? E soprattutto alle mamme?
Sono già in ritardo!
Il fatidico giorno è arrivato: l’inserimento!
Preparo tutto da mesi, documenti, cancelleria, delle bellissime etichette personalizzate con il nome da apporre sui vestiti, insomma ogni sorta di armamentario che nella mia mente renderà piacevole la permanenza di Batlore nella giungla della scuola materna.
Eppure sono in ritardo! Non ci posso credere!
L’esercito di mamme e nonne accompagnate da qualche papà ben vestito, sembrano nate pronte anche ad affrontare il passaggio all’inserimento, e mentre varcano i cancelli del sacro impero mi chiedo se sono l’unica ad avere questa strana sensazione, o semplicemente anche loro provano la stessa sensazione ma riescono a mascherarla meglio. Si sarà così!
Sono incuriosita dai loro discorsi, riesco a leggere felicità e anche un po’ di agitazione finalmente e all’improvviso vengo inondata da risate e lacca per capelli.
“A proposito riuscirò mai a farmi una piega decente?
Ma no dai sono anche riuscita a truccarmi un po’ “
Supereroi e principesse pronti o meno affrontano il loro ingresso in società, chi piangendo disperato, chi saltellando o correndo sullo scivolo in fondo al cortile…E poi…
Poi ci sono io: Mamma Trauma.
Arrivo sfrecciando con la mia utilitaria non del tutto linda e per miracolo non butto giù la fila di biciclette parcheggiate davanti la scuola (cazzo che ingresso trionfale: sono rossa, forse viola), mentre mi ripeto:
“l’inserimento, l’inserimento, sono in ritardo, sono in ritardissimo”…
Sento i loro occhi su di me.
Certo, lo capisco, ho quasi rovinato i loro duecento selfie pianificati in ogni dettaglio
“cucciolo sorridi, mettiti così, girati di qua, spostati di là”
In pratica ci sono più smartphone che bambini.
Ehm a dirla tutta ho provato a farne un paio anche io ma sul più bello, proprio mentre anch’io cercavo di coordinare il mio bimbo restio, sono stata interrotta dalla voce per così dire leggiadra della bidella che dolce come un pitbull, mentre mi insegue mi stringe in un angolo e mi incalza:
“Signoraaaa è in ritardo”…ehmm si.
Continuo trafelata la mia corsa verso l’ingresso, ormai intravedo la meta, ho il cuore a mille, posso sentire le pulsazioni mentre cammino.
La Baby letteralmente avvinghiata intorno alla vita oscilla ad ogni passo come un piccolo pendolo con gli occhioni sgranati ed i piedini penzoloni.
Il treenne e mezzo ancora decisamente addormentato stringe la mia mano invocando la facoltà di non rispondere a chiunque gli rivolga la parola.
All’ improvviso un pensiero nefasto
” No! Ho dimenticato la cartellina e la borsa del cambio in macchina!
Ok ci penserò dopo o domani. Uh e quelle etichette bellissime…”
Infine dopo qualche sano capriccio entriamo anche noi in classe (nel frattempo la Baby è fuori a distruggersi di pianti con la babysitter a cui non si abitua mai), sono tutti già seduti e pronti ad affrontare la missione: modalità Inserimento attivata.
Ma io sono pronta? Non lo so! Il mio piccino mi lancia uno sguardo di intesa e va a giocare intimidito ma sereno ed io resto lì ad osservarlo:
è cresciuto tanto, lo tengo stretto a me ma il tempo lo porta via, tanta nostalgia ma anche orgoglio.
I sacrifici e la stanchezza si dissolvono, sorrido ma forse vorrei piangere e sento che gli occhi mi si riempiono di lacrime…
Ma poi inserimento.. ma che parola è?!
E sul più bello, quando il cuore inizia a vibrare e le emozioni si fanno forti…
” Signoraaaaaa il cancelloooooo”… opsss. Chiuso!